Multiplicity_ ABC-ARTE for Maryling piazza Gae Aulenti Milano – di Annalisa D’Amelio _ milano arte expo

Annalisa D’Amelio, milano arte expo, Annalisa D’Amelio, milano arte expo, November 30, 2015

Matteo Negri Multiplicity: mostra ad ABC-ARTE for Maryling piazza Gae Aulenti 1 Milano a cura di Ivan Quaroni - di Annalisa D'Amelio The Art Runner di Milano Arte Expo (magazine diretto da Melina Scalise per Spazio Tadini).

Qualche giorno fa ho chiamato Matteo per chiedergli la possibilità di poter visitare la mostra in anteprima. Domenica 29 Novembre 2015 sono con Matteo da Maryling, spazio espositivo (MARYLING è un eccellente marchio italiano del Fashion) nel quale si terrà il vernissage mercoledì due Dicembre. Siamo alla quarta edizione di un ciclo distribuito e sviluppato in cinque fasi e cinque mesi, curato da Ivan Quaroni e organizzato dalla galleria genovese ABC- ARTE, che vede la presenza e la scelta di cinque giovani artisti emergenti italiani alle prese con un'analisi e una ricerca centrata sul concetto di astrazione.

Matteo Negri, artista che da anni lavora su una sua visione scultorea delle sue opere. Ha trasformato il celebre lingotto danese LEGO adattandolo secondo i suoi criteri di analisi, di sviluppo linguistico e attraverso una vasta gamma di materiali. Questa volta presenterà il suo marchio distintivo in una nuova visione prospettica molto personale. Non più su una visione verticale, ma orizzontale. L'astrazione dell'opera è data dal tipo di visualizzazione che si ottiene grazie alle prospettive che creano gli specchi posti all'interno dei cubi installativi e dal "point of view" del fruitore, portato ad entrare in relazione con l'opera, entrando nelle installazioni munendosi d'immaginazione propria.

Non c'è staticità nel lavoro di Matteo Negri, l'opera è in costante movimento sia internamente che esternamente, non vi è niente di definito. Neanche all'esterno si presentano statiche e omogenee, anch'esse presentano una diversità di angolazioni dalle quali poter analizzare e visualizzare l'opera. Questa mostra è un gioco di specchi e punti di vista, l'opera si soggettivizza in base all'occhio di chi guarda. Anche la scelta dei colori è stata fatta in maniera attenta e analitica da parte dell'artista, niente è casuale nella sua ricerca, Matteo è allo stesso tempo ludico e analitico. Il rapporto tra i colori è dato all'interno su gamme di colori che analizza da anni, lavorando su scale cromatiche in rapporto tra di loro. La scelta della patina esterna è portata dall'analisi e dalla scelta di un colore interno sviluppato in tre differenti tonalità per i tre box installativi. Matteo Negri appartiene ad una generazione di artisti postideologica.

Le opere scultoree installative hanno il nome di "Kamigami box"; "Kami" nell'antica cultura giapponese ha una visione spirituale, indica infatti una pluralità di spiriti.

In questo progetto viene analizzata nel senso di pluralità, ripetizione e infinitizza. Rispecchia a mio parere, il senso che Matteo ha voluto dare al suo ultimo lavoro, che lo si può ritrovare anche in una serie di altre opere presenti alla mostra, attraverso un linguaggio differente.
Una serie di foto scattate su Polaroid all'interno dei "Kamigami box". L'artista ha creato un'infinita duplicazione di immagini su materiali diversi, fornendo così, una diversità prospettica e cromatica eccellente, favorendo poliedrici punti di vista. La serie fotografica è stampata su supporti in alluminio. Utilizza colori per vetro che hanno la capacità di rispettare la luce dell'alluminio,creando e aumentando la profondità dell'immagine dando vita ad unbellissimo gioco visivo e prospettico. Portato dalle differenze cromatiche che da il gioco visivo. Nelle sue opere non vi è mai la stessa ripetitività: è una ripetizione non ripetitiva. Ogni opera è determinata dall'utilizzo di materiali differenti e saggiamente scelti dall'artista per ottenere una risoluzione visiva al meglio e per il fruitore una propria e individuale percezione. L'artista in quest'ultimo suo lavoro è contemporaneamente realtà e astrazione, prospettiva e immaginazione. Vi propongo (qui di seguito) una serie d'immagini in anteprima e una serie di lavori che ho avuto il piacere di vedere a Maggio in una mostra personale dell'artista dal titolo: "Dismoi une chose" in cui lo sviluppo progettuale era incentrato sulla comunicazione. Quest'ultimo è un processo di analisi che l'artista fa in parallelo agli ultimi suoi lavori. Colgo l'occasione per ringraziare Matteo Negri per la sua disponibilità e consiglio vivamente la sua mostra!

Buona visione e Buon Point Of View a tutti!
A prestissimo!