Isabella Nazzarri | Vita delle forme

RivistaSegno, RivistaSegno, Dicembre 3, 2016

Isabella Nazzarri | Vita delle forme

C2 Contemporanea in collaborazione con ABC -ARTE inaugura la mostra personale di Isabella NazzarriVita delle Forme a cura di Ivan Quaroni. Che la forma non debba essere considerata come un segno portatore di significato, ma un contenuto essa stessa, lo sosteneva già Henri Focillon nel 1943, anno in cui dava alle stampe le Vie des Formes. Isabella Nazzarri ha realizzato, per lo spazio di C2, un nuovo ciclo di acquerelli su carta di medie e grandi dimensioni che rappresentano una riflessione sul valore cognitivo della forma e sul suo autosignificarsi. Riprendendo il concetto di illusione – e insieme quello di astrazione ambigua – già affrontato nella precedente mostra “Principio di indeterminazione” l’artista ha realizzato dei grandi acquerelli simili ad arazzi e stoffe, dove la forma viene percepita inizialmente come ornamento apparente per mostrare successivamente il proprio contenuto.


Le nuove opere del ciclo “Innesti” hanno una struttura schematica simile a quella dei pattern geometrici e delle texture dei tessuti. Le forme sono, infatti, distribuite sulla superficie della carta con una certa regolarità, tanto da produrre un’impressione ornamentale. Tuttavia,l’impatto esornativo si dissolve non appena ci avviciniamo all’opera per osservare la singolarità di tali forme. Forme la cui natura biomorfica, lo abbiamo detto, rimanda immediatamente alla complessione di microorganismi come i germi, i bacilli e i microbi, a qualcosa, insomma, che non ha nulla a che vedere con la gradevolezza dei florilegi ornamentali degli arazzi o della carta da parati, ma che piuttosto provoca nell’osservatore una sensazione d’inquietudine. Le sue forme liberate sembrano ora muoversi in un campo più vasto e, allo stesso tempo, convergere verso un ipotetico centro spaziale.

 

Soprattutto negli acquarelli più grandi si ha la sensazione che la loro distribuzione non sia affatto casuale, ma che anzi segua una logica direzionale, per quanto aleatoria. Ecco perché l’impianto esornativo resta flebile, come un’impressione o un’illusione. Quello che emerge è il contrasto tra l’apparente schema d’insieme, statico come ogni impianto decorativo, e il caotico affastellarsi di forme differenti, che trasmettono un senso di pulsante, e insieme perturbante dinamismo. Questa antinomia, questa contraddizione che solo una fertile prassi sperimentale può generare, è uno degli aspetti più interessanti della recente indagine dell’artista. In occasione della mostra ABC-ARTE pubblica il catalogo bilingue con la riproduzione di tutte le opere esposte e il testo critico del curatore Ivan Quaroni.