MAKE IT NEW ! Tomas Rajlich e l'arte astratta in Italia

a cura di Cesare Biasini Selvaggi e Flaminio Gualdoni, con contributo critico di Martin Dostal
ABC-ARTE, 2021
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MAKE IT NEW ! Tomas Rajlich e l'arte astratta in Italia: a cura di Cesare Biasini Selvaggi e Flaminio Gualdoni, con contributo critico di Martin Dostal
Publisher: Silvana Editoriale
Dimensions: 17x24 cm
Pages: 248
ISBN: 9788836649044
€ 30.00

Tomas Rajlich  (Jankov, Repubblica Ceca, 1940) è internazionalmente riconosciuto come una delle più influenti figure della pittura astratta europea.

Emerso nella prima metà degli anni settanta, è spesso associato al minimalismo e alla pittura fondamentale, termine coniato in occasione della mostra allo Stedelijk Museum Amsterdam nel 1975 cui Rajlich prese parte. Il movimento include Robert Ryman, Robert Mangold, Agnes Martin e i primi lavori di Brice Marden e Gerhard Richter.

L’ampia retrospettiva dell’opera di Rajlich pubblicata nel presente volume si svolge in dialogo con alcune opere chiave di maestri dell’astrattismo italiano da lui scelte (Getulio AlvianiRodolfo Aricò, Agostino Bonalumi, Enzo Cacciola, Antonio Calderara, Nicola Carrino, Gianni Colombo, Pietro Consagra, Dadamaino, Piero Dorazio, Lucio Fontana, Marco Gastini, Giorgio Griffa, Riccardo Guarneri, Paolo Icaro, Osvaldo Licini, Piero Manzoni, Fausto Melotti, Bruno Munari, Martino Oberto, Claudio Olivieri, Arnaldo Pomodoro, Mauro Reggiani, Antonio Scaccabarozzi, Paolo Scheggi, Turi Simeti, Atanasio Soldati, Giuseppe Uncini, Nanni Valentini, Claudio Verna, Gianfranco Zappettini) :  a partire da un’introduzione al concretismo degli anni trenta fino al secondo dopoguerra, dalle ricerche percettiviste e preconcettuali degli anni sessanta all’arte optical e alla nuova pittura dagli anni settanta e ottanta, dipanando una nuova e inedita linea dell’arte astratta italiana.

 

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"La consapevolezza che il presente si fondi su un passato più o meno remoto è fatto tutt’altro che scontato. Dovrebbe esserlo. E invece tanti fenomeni a noi contemporanei manifestano la noncuranza rispetto a ciò che ci è stato, a quanto ha vissuto che ci ha preceduto. O anche, più banalamente, a ciò che è accaduto ieri.

 

La memoria è valore collettivo che va salvaguardato. Anche per questo esistono i musei. Non mero intrattenimento. Non solo piacere per gli occhi e per lo spirito. La visita a un museo è uno dei passaggi obbligati di una civiltà che vuole serbare e prendere coscienza del proprio passato, consapevole che da esso si impara ad essere migliori.

 

Gli artisti guardano i Maestri venuti prima di loro per diventare migliori? Probabilmente sì. Certamente consapevoli di crescere. L’esercizio, persino la copia, dai grandi Maestri è prassi consolidata nei secoli che molti artisti contemporanei non disdegnano. Tomas Rajlich è uno di questi. L’approccio denota non solo umiltà – dote dei grandi – ma anche intelligenza.

 

Con gusto, intelligenza, umiltà mista a orgoglio e coraggio, Rajlich, folgorato dalla bellezza di alcune opere della collezione del Museo d’Arte Contemporanea di Genova, Villa Croce, visitata nell’estate del 2019, ha scelto di dialogare con alcune di esse. Per affinità o contrasto l’artista ci propone un dialogo e quindi una riflessione.

Ci invita a fermarci e guardare. Pensare. Guardare al passato che si fa presente. Ci aiuta a osservare con occhi nuovi opere che magari conosciamo e abbiamo studiato. Oppure svela al pubblico piccoli capolavori di artisti poco noti.

 

Innescando un confronto dialettico che, anch’esso, è segno di intelligenza e di apertura, Rajlich, insieme alla sua galleria di riferimento a Genova, ABC-ARTE di Antonio Borghese, al curatore Cesare Biasini e ad altri studiosi che propongono focus e riflessioni critiche intorno a questo lavoro – da Flaminio Gualdoni a Dostál, a Francesca Serrati – regala a Genova una mostra eccezionale per qualità, taglio, bellezza.

 

Da parte mia era doveroso fare in modo che questa proposta venisse non solo accolta, resa possibile e calendarizzata all’interno del piano triennale di rilancio del museo 2020-2022, ma anche valorizzata al massimo in ogni aspetto.

Come segno di vitalità di un’istituzione civica capace di alternare gli ambiti di interesse e le proposte più o meno “facili”, i curatori, dai giovani ai più accreditati, italiani o stranieri; come opportunità di crescita conoscitiva per il pubblico cittadino e non; come occasione di immergersiper qualche ora nell’infinito rasserenante del magico astrattismo di un grande protagonista dell’arte europea dei nostri giorni.

Grazie Tomas."

  

 

Anna Orlando

Advisor for Art and Cultural Heritage

Advisor per Arte e Patrimonio Culturale

Comune di Genova

 

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"Tomas Rajlich è internazionalmente riconosciuto come una delle più influenti figure della pittura Europea. Un artista di intransigente integrità che mantiene una posizione primaria tra i più significativi artisti viventi del secondo dopoguerra e pittori contemporanei della sua generazione.

 

Emerse nella prima parte degli anni '70. E’ spesso associato con il Minimalismo e alla Pittura Fondamentale - termine coniato in occasione della sua mostra allo Stedelijk Museum Amsterdam nel 1975 cui Rajlich prese parte. Il movimento include Robert Ryman , Robert Mangold , Agnes Martin e i primi lavori di Brice Marden e Gerhard Richter.

 

E' per mezzo di questo artista e di collezionisti come Maria Cernuschi Ghiringhelli che è possibile oggi documentare i principali avvenimenti che caratterizzeranno la nostra storia.

Ringrazio il Museo di Arte Contemporanea di Villa Croce e le persone delle istituzioni che ci hanno permesso di supportare la realizzazione di questo progetto."

 

Antonio  Borghese

Organizzatore e Direttore Galleria ABC-ARTE