Ingrid Floss - Chromatic Renaissance: con contributo critico di Julia Berghoff
Current exhibition
27 Novembre 2025 - 31 Gennaio 2026
Milano
Tra intuizione e controllo: l’equilibrio nell’immagine in Ingrid Floss
A prima vista, i dipinti di Ingrid Floss possono apparire caotici, forse persino travolgenti, a causa del flusso immediato di stimoli che emanano. Sono deliberatamente tutt’altro che compiacenti e non si sottomettono al loro ambiente. Tuttavia, le opere di Floss sono determinate da un profondo senso dell’ordine. Esse si rivelano accuratamente bilanciate, sia dal punto di vista cromatico che compositivo. Ogni minimo elemento in questi complessi sistemi è necessario per mantenere la fragile armonia dell’immagine. Per quanto possano sembrare impulsive, esse sono in realtà frutto di una guida attenta e controllata, e questo conferisce ai dipinti una tensione particolare.
Campiture di colore dinamiche e gestuali si sovrappongono o scorrono l’una intorno all’altra come in una griglia organica. Tuttavia, qui non si tratta di precisione o di superfici nettamente delimitate. Ciò che conta è piuttosto l’interazione tra i colori e la loro espansione nello spazio del quadro. Si notano continuamente parentele cromatiche, come i contrasti complementari di giallo e blu o di rosso e verde. La dimensione, ad esempio, di un accento giallo dipende fortemente dal suo contesto e dai suoi “vicini”. Esiste un polo opposto equilibrante sull’altro lato dell’immagine? O come cambia il peso visivo se un accento verde viene collocato immediatamente accanto? Comincia così un gioco di incastri che si estende su tutta la superficie. Dopo ogni nuova campitura di colore, segue un’analisi di come l’immagine sia mutata e di cosa necessiti ora, dal punto di vista compositivo, per restare in equilibrio.
I colori grigio e bianco svolgono in questo processo un ruolo fondamentale. Essi alleggeriscono l’intenso intreccio cromatico e diventano così elementi strutturali essenziali. Talvolta sono semplici accenti luminosi che emergono dal fondo della tela, altre volte vere e proprie formazioni nuvolose intorno alle quali altre “nuvole” di colore si spingono con forza per poi dissolversi di nuovo l’una nell’altra. In questo modo, le campiture di colore assumono improvvisamente una dimensione spaziale, persino corporea. Sono cariche di movimento ed energia. Le forme cromatiche si spingono fino ai margini del quadro, tanto che la superficie del supporto sembra quasi non bastare. Si intrecciano e si compenetrano, costrette in uno spazio ristretto come una miscela gassosa esplosiva.
Le opere di Floss vivono di tensione e, alla fine, reclamano il proprio spazio. Poiché non lo trovano all’interno, lo richiedono all’esterno. È come se un campo energetico invisibile imponesse loro una distanza di sicurezza. Anche l’osservatore può avvertire il desiderio di fare un passo indietro per concedere più spazio ai dipinti. Soprattutto i formati quadrati accentuano l’impressione di una tensione uniforme in tutte le direzioni. Il principio armonico del quadrato sostiene infine le opere nella loro sofisticata ricerca di equilibrio. Accanto ai formati quadrati, tuttavia, vi sono anche opere in formato orizzontale allungato, che ricordano il tipico panorama paesaggistico e aprono spazio alle associazioni. Si può pensare a processi naturali – erosione, condensazione, esplosione o crescita – ma i dipinti restano comunque astratti, autonomi e privi di qualsiasi riferimento oggettuale. Si negano consapevolmente a interpretazioni univoche.
Questa apertura esige attenzione. Le opere di Floss non sono rappresentazioni, bensì eventi. Esse accadono nel momento stesso dell’osservazione e mutano costantemente. Cambiano con la distanza, con la luce e con la disponibilità dello spettatore a lasciarsi attraversare e trasportare dal flusso di energia. Solo nella visione diretta l’opera si manifesta come corpo dotato di profondità, spazio e movimento. Nessuna riproduzione può davvero restituire questa percezione, il che è, in fondo, la prova della loro vitalità.
Questa immediatezza sensoriale si unisce, nel lavoro di Floss, a una profonda consapevolezza della storia dell’arte, che intreccia volutamente intuizione e analisi. L’artista accoglie la libertà gestuale degli espressionisti astratti come Hans Hofmann o Joan Mitchell, ma anche il pensiero analitico di Josef Albers o Piet Mondrian. L’influenza di Paul Cézanne, Alexej von Jawlensky e Adolf Hölzel si riflette anch’essa nelle sue opere. Da loro Floss eredita l’interesse per il gioco reciproco dei colori, per l’effetto spaziale della superficie e per il ruolo dinamico del bordo del quadro. Come in Albers, lo sguardo dell’osservatore viene guidato attraverso il colore nell’intero spazio pittorico, mentre l’approccio emotivo di Hofmann si ritrova nei vibranti campi di colore. Così, struttura razionale ed espressività emotiva si fondono in un’unica unità visiva.
L’equilibrio tra sentimento e controllo, tra gesto spontaneo e analisi riflessiva, rappresenta per Floss non solo una questione estetica, ma anche un atteggiamento umano necessario. In un’epoca in cui le emozioni spesso esplodono senza freni, la sua pittura ricorda che entrambe le forze, l’intuitiva e la razionale, si condizionano a vicenda e generano armonia solo nel loro equilibrio. In Floss, intuizione e controllo si tengono reciprocamente in scacco. E si percepisce che ogni pennellata non nasce soltanto dall’impulso del momento, ma da una profonda comprensione del colore, del ritmo e dell’architettura pittorica.
La sovrabbondanza iniziale di stimoli si condensa infine in un’esperienza sensuale, in cui l’occhio scopre continuamente nuove strutture e relazioni. I dipinti di Floss si svelano poco a poco, e nel farlo rendono evidente anche il loro processo di creazione. Così, la loro complessa struttura si rivela solo a chi è disposto a reggere la loro intensità e a lasciarsi toccare dalla loro forza.
Dott.ssa Julia Berghoff
