Arnaldo Pomodoro Artista della Committenza

Tiziana Leopizzi, Segno Online, Agosto 24, 2021

 

La galleria quasi nascosta com’è a ridosso dello storico Mercato Orientale svela uno spazio tanto inaspettato quanto arioso perfetto per questa mostra che vede come protagonisti passione, coraggio, amore ( rispetto ) per l’arte e grande amore per la scultura. Entriamo…

 

L’impatto è magico con “Papiro” e la “Colonna del Viaggiatore“ del 1961. Stiamo parlando di “to scratch, draw, write”, un sapiente excursus su Arnaldo Pomodoro che dalla Fondazione a lui dedicata è approdato a Genova negli spazi di ABC – ARTE. 

Una grande sfida che vede come complice in primis lo stesso Pomodoro.

 

Parlare di un simile artista è impresa ardua e bene ha fatto Antonio Borghese ad accompagnare l’esposizione con un compendio prezioso che vede il saggio di Flaminio Gualdoni e i contributi di due firme prestigiose come quelle di di Federico Giani e Michele Robecchi.

 

Osservando le opere non si può non pensare all’impronta che le civiltà più misteriose del passato hanno esercitato nell’immaginario di questo eclettico artista. Le scritture cuneiformi dei Sumeri o degli Assiro-Babilonesi, il calendario azteco, gli antichi scritti mesopotamici o le iscrizioni degli antichi regni Sabei in Yemen e comunque il mondo delle scritture pre-alfabetiche e non alfabetiche, ma il suo interesse non si ferma qui, affascinato esplora le nuove frontiere della musica contemporanea elettronica e  dell’informatica ai primi vagiti. Divora i tanti saperi, ne metabolizza i messaggi mediandoli via via in suo alfabeto che va diritto alle origini e che parla un lessico primordiale, una sorta di esperanto, tra segno alfabetico e immagine : le Tavole dei segni, la monumentale Grande tavola della memoria, Papiro, Continuum di Volumen, ognuna singolarmente e tutte nel loro insieme summa di piu lessici contemporaneamente. Così le sue radici sono le radici del tempo e per questo riuscirà “a parlare” al profondo dei suoi ’interlocutori. Il suo fare arte è nelle scia dei grandi del passato, in quella continua ricerca del segno del sublime, in quella che é una continua sfida con sé stesso.

 

Arnaldo Pomodoro non si pone limite alcuno, ciò che pensa é, coadiuvato com’è da una grande ecletticitá dote esclusa oggi dalla kermesse del mercato dell’arte che predilige la specializzazione,  vettore di facile commercializzazione.

Cerchiamo di avvicinarci un po’ di più a questo straordinario ultranovantenne pieno di gioia di vivere che ha visto coronare tanti suoi sogni, a cui forse a dire il vero non aveva nemmeno pensato pago di nutrirsi dei suoi molteplici interessi, tra cui massimamente la scultura. Forse un sogno si però, la creazione di una sua Fondazione costruita in effetti passo dopo passo  a partire dal 1954, uno spazio inventivo, sperimentale per certi versi, con lo scopo  di coinvolgere le persone, la società.

 

Nato in Romagna ma pesarese d’adozione, cresce in una terra generosa di scultori, come i Cascella, unica dinastia che 5 generazioni di artisti – Basilio, Andrea, Pietro, Matteo Basilè, Jacopo Cascella – ma anche di Oliviero Rainaldi o Nicola Evangelisti.

 

Torniamo al Nostro che si trasferisce a Milano nel 1954. La sua ricerca si incentra su un tipo di comunicazione, inventa un linguaggio universale, tra segno alfabetico e immagine : “segni non troppo lontani dal simbolo, ma neanche troppo vicini”, scrisse dell’artista Leonardo Sinisgalli in tempi non sospetti, a tramare “una scrittura sconcertante, che sentiamo densa di un fascino nuovo, quasi magnetico”.

Gli inviti prestigiosi non si fanno attendere la Triennale di Milano e la Biennale di Venezia, nel 1964 gli viene dedicata una sala personale, si accorgono di lui e di suo fratello Giò.

 

Gli incarichi professionali lo assegnano alla grande tradizione, equiparandolo come filosofia e come saperi a quegli artisti che grazie ai loro Committenti realizzarono quei capolavori di cui anche oggi tutto il mondo si bea. Papi, principi, imperatori ieri, oggi Imprese e istituzioni. Rank Xerox gli commissiona una scultura per la sede centrale di Milano, segue la prima grande Sfera per l’Expo di Montreal del 1967 che verrà poi collocata nel piazzale antistante il Ministero della Farnesina diventandone il simbolo, Mondadori gli commissiona una scultura e nascerà la “Colonna a grandi fogli” ,  per la Famiglia Lunelli “Carapace”,   a Bevagna o ancora le opere realizzate all’Italsider di Genova, che tanta parte ebbe nel mondo dell’arte come fucina di grandi progetti mettendo a disposizione i suoi stabilimenti siderurgici per la realizzazione delle opere sue e di tanti altri scultori. Dotato di una creatività incoercibile affianca il suo lavoro in studio da un lato a quello di docente dall’altro, in prestigiosi atenei, si occupa della  progettazione e preparazione di grandi mostre, alle scenografie. 

Impossibile tracciare un suo pur lieve percorso se non altro fisico tra mostre premi titoli incarichi, volumi a lui dedicati. Il suo CV  si può solo sintetizzare così: Arnaldo Pomodoro, il suo mondo, da e per Milano. 

 

Una mostra quindi rara, assolutamente da godere, anche grazie ad un allestimento magistrale. Rimarrà  aperta fino ad Ottobre a segnare un’ulteriore fondamentale tappa del percorso di ABC-ARTE  tra i grandi  maestri internazionali  del secondo Novecento.