Giorgio Griffa. Un mondo astratto non basta

con intervento critico di Alberto Fiz e intervista dialogo tra Giorgio Griffa e Leonardo Caffo
ABC-ARTE, 2021
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Giorgio Griffa. Un mondo astratto non basta: con intervento critico di Alberto Fiz e intervista dialogo tra Giorgio Griffa e Leonardo Caffo
Publisher: ABC-ARTE
Dimensions: 26,4x19,3x1,1
Pages: 152
ISBN: 9788895618258
€ 38.00

Il libro e la mostra Un mondo astratto non basta, che ABC-ARTE dedica a Giorgio Griffa, si pongono in continuità con la personale Esonerare il mondo a cura di Ivan Quaroni realizzata da ABC-ARTE nel 2015, e la collettiva a cura di Flaminio Gualdoni Absolute Painting. Giorgio Griffa, Tomas Rajlich, Jerry Zeniuk, ospitata nel 2018, anch’esse patrocinate dal Comune di Genova.

 

La selezione delle circa quaranta opere si concentra in particolare su un nucleo di lavori storici degli anni '70 dove Griffa, affiancandosi all'Arte Povera, sviluppa un’indagine personale che porta ad un superamento dei concetti tradizionali di pittura, identificando una nuova forma di conoscenza. “Io non rappresento nulla, io dipingo”, è la sua dichiarazione di poetica espressa nel 1972. Da allora, la sua arte non dà certezze ed è un interrogarsi perenne sulla pittura, sulla sua intrinseca intelligenza e sulla sua ridefinizione.

 

Nelle opere di Griffa l’equilibrio tra forma, composizione, spazio e colore si pone quasi in antitesi con gli stilemi propri della Pittura Analitica, a cui Griffa spesso si accosta. Dalla sua pittura scaturisce un intrinseco senso di bellezza che è frutto dell’interrelazione degli elementi che compongono l’opera più che del procedimento con cui essa è generata.

 

Nei lavori di Griffa è presente una forte componente filosofico-antropologica: i segni tracciati rappresentano l'essenzialità di pensiero e azione, frutto di un processo di esonero che porta con sé un giacimento di significati e sensi possibili, a disposizione delle continue interpretazioni umane. Le tele sono libere, non costrette dal telaio, pronte alla conquista dello spazio. In questa rappresentazione immediata, essenziale e luminosa, Griffa traccia linee che rimandano alla lunga memoria dell’uomo, mantenuta viva grazie alla pittura, trait d'union tra conoscenza presente e passata.

 

Per Griffa dipingere è quindi un’azione che si pone come la totalità intorno alla quale ragionare, un mezzo non un fine che si relaziona con gli altri campi del sapere quali la filosofia, la scienza o la musica.