
In occasione della sua prima partecipazione a Untitled Art Houston, ABC-ARTE presenta una mostra bipersonale che mette in dialogo Antonio Kuschnir e Zach Harris: due artisti appartenenti a geografie e generazioni diverse, ma profondamente uniti da un interesse comune per il superamento del visibile attraverso composizioni stratificate, simboliche e visionarie.
Pur adottando linguaggi formali differenti—Kuschnir con una figurazione intrisa di mito e memoria, Harris con cosmologie astratte realizzate attraverso superfici minuziosamente scolpite e dipinte—entrambi gli artisti esplorano i confini porosi tra materia e spirito, tra sé e ambiente, tra terreno e trascendente.
Antonio Kuschnir (n. 2001, Rio de Janeiro) realizza dipinti onirici e intensamente emotivi, abitati da figure ambigue, personaggi frammentati e paesaggi simbolici e rigogliosi. Attingendo al folclore brasiliano, alla mitologia classica e alla memoria collettiva, le sue opere si configurano come vere e proprie “auto-mitologie” visive—narrazioni che fondono l’identità personale con archetipi universali. Le sue composizioni dissolvono la prospettiva tradizionale, invitando lo spettatore in mondi sospesi dove il naturale e il magico coesistono. In queste tele riccamente dipinte, corpo e sfondo si intrecciano, rivelando un interesse per la trasformazione, la liminalità e la teatralità.
Zach Harris (n. 1976, Santa Rosa, CA) introduce nella mostra una dimensione parallela, ma di natura metafisica. La sua pratica dissolve i confini tra pittura, scultura e architettura, traendo ispirazione da fonti disparate come Kazimir Malevič, la miniatura persiana, le pale d’altare rinascimentali italiane e i mandala tibetani. Harris costruisce ambienti visivi multidimensionali attraverso pannelli in legno intagliati a mano, cornici incise al laser e superfici in lino dipinte con colori vibranti. Le sue composizioni geometriche, parte cosmogramma e parte paesaggio psichico, invitano lo spettatore a entrare in stati meditativi dove utopia e distopia, visione e illusione, convivono. Le opere di Harris non sono semplici oggetti, ma portali: meditazioni visive sull’energia spirituale, il tempo e il cosmo.